La leggenda:
Padre e figlio in viaggio, smarrita la strada e trovatisi in un paese sconosciuto, sono attratti da una casa, l'unica illuminata poichè all'interno si svolge una festa. La carrozza si ferma e sceso da cassetta, il cocchiere si avvicina all'entrata e fa risuonare il battaglio di una campanella interna. Ecco che una testa si sporge dalla finestra al primo piano; subito l'uscio si apre e dopo un breve parlottare i due viaggiatori sono invitati ad entrare. Il cocchiere viene sistemato in cucina, mentre i due ospiti vengono ospitati in una saletta adiacente, col fuoco acceso nel camino. Dal piano di sopra giungono le note di un fortepiano e il canto di una fanciulla. |
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Dopo essersi ristorati, il
padrone di casa in persona li invita ad unirsi agli altri a festeggiare il
diciottesimo compleanno della primogenita. E' proprio lei a cantare, e nel
sentire entrare gli sconosciuti, i suoi occhi si levano dalla tastiera e si
affissano in quelli del più giovane dei due, che appare della sua stessa età.
Lei continua a suonare, neppure la voce tradisce il minimo turbamento, solo le sue gote per un attimo avvampano come una fiamma di candela. Finito di cantare, la ragazza torna a sedersi accanto ai genitori, ma i suoi occhi cercano ancora quelli del giovane straniero che è rimasto in piedi, accanto alla porta. |
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Intanto, tra gli invitati si è diffuso disagio misto a curiosità. Ma ecco che
il giovane con molta disinvoltura si fa avanti e, raggiunto il fortepiano che si
trova al centro della sala, rivolge al suo ospite e agli invitati un cerimonioso
saluto in un buffo italiano librettistico, annunciando che dedicherà la sua
musica alla giovane festeggiata. Si può immaginare che, sedutosi al fortepiano, abbia suonato fino a tarda notte. Si può credere che mai omaggio più bello sia stato rivolto ad una debuttante, e che, la mattina dopo, alla partenza degli ospiti, lei abbia pianto a lungo stringendo tra le mani un fazzolettino di seta ricamate in rosso le iniziali "W.A.M." Wolfgang Amadeus Mozart. |
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Questo breve incontro avrebbe segnato il destino della donna, fermamente decisa
a rimanere fedele al fugace amore di una sera. Fino alla morte, avvenuta ancora in giovane età, avrebbe continuato, per ogni compleanno, a dare una sontuosa festa nella sua casa, con la speranza che una carrozza a quattro si fermasse sul piazzale antistante. Ancora oggi in paese la ricordano con il soprannome di Mozartina. Questo edificio venne ristrutturato e trasformato nel 1994 dal maestro Giovanni Canciani in un Museo privato denominato "Mozartina". |
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Quello della "Mozartina" è un gioiello che i musicofili d’Europa ci invidiano «perché è l’unico museo con strumenti antichi restaurati e sonanti» ricorda il maestro Canciani, artefice di questa preziosa collezione. Si tratta di venti tastiere tra grandi organi e pianoforti, di congegni a plettro, di archi e violini, di ulteriori dieci tra cetre, flauti armonici e liuti anche orientali piú due pezzi rarissimi: un claviciterio, che brilla nel Flauto magico di Mozart, e un Glokenspiel, sorta di vibrafono dell’800 con martelletti piccolissimi. | ||
Intro Mozartina |